Dal 2004 è in vigore una disciplina che regolamenta al dettaglio i requisiti igienico ambientali delle piscine: qualità dell’acqua, temperatura, quantità di cloro, tempi di trattamento. Ma la pulizia di tutto quello che sta intorno?
I pavimenti, i trampolini, gli scalini e tutte le superfici calpestabili del bordo piscina sono realizzati in materiale antisdrucciolo, caratteristica essenziale per garantire la sicurezza degli utenti.
Si tratta solitamente di superfici porose o ruvide pensate per evitare la formazione di pericolose pozzanghere, ma che sono difficili da pulire perché lo sporco può rimanere intrappolato, diventando un ambiente florido per lo sviluppo di funghi, verruche e batteri.
Pulire i pavimenti delle piscine è dunque molto difficile, per cui è necessario pianificare con attenzione la frequenza degli interventi, tenendo conto della dimensione dell’impianto e del numero dei frequentatori, ma anche la modalità con cui si lavano i pavimenti.
Gli specialisti ISC hanno effettuato una dimostrazione gratuita di Orbot
per la pulizia di un pavimento a bordo vasca che viene regolarmente pulito con metodi manuali tradizionali ed è stato anche trattato con acido e monospazzola.
Vi mostriamo il risultato!
La differenza di pulizia che si riesce ad ottenere con il movimento meccanico, orbitale e rotatorio, è impressionante, se si considera che la prova è stata effettuata all’interno di un impianto funzionante e regolarmente pulito e successivamente ad un intervento di pulizia straordinaria.
Questo risultato è stato ottenuto solo con acqua, riducendo il rischio di provocare irritazioni agli utenti dovute al residuo chimico lasciato sulle superfici. Pulire solo con acqua in casi simili è tre volte vantaggioso: si riduce la spesa per i detersivi, si risparmia il tempo per le operazioni di risciacquo, si elimina il pericolo di perdere clienti che non tollerano l’odore o il contatto delle sostanze chimiche.
Cambiando il pad, è possibile pulire con i medesimi risultati, diverse pavimentazioni, sia interne che esterne: piastrelle con fughe, marmo e pietre naturali, pietre ruvide, legno e laminato, pvc e linoleum e tutte le superfici che possono trovarsi nei luoghi dove ci sono piscine: impianti sportivi, centri di riabilitazione, centri benessere, parchi acquatici, strutture ricettive, ville.
Nell’attesa che si crei maggiore consapevolezza sull’importanza della pulizia delle aree calpestabili degli impianti natatori e sportivi in genere, è comunque bene ricordare agli utenti di indossare ciabatte a bordo vasca ed utilizzare un tappetino personale negli spogliatoi; e ai gestori degli impianti di chiamare gli specialisti ISC per una consiglio gratuito.