Quando ci troviamo di fronte ad una macchia ostinata, la prima reazione è quella di strofinare più volte e più forte, usare acqua calda ed aggiungere un detergente.

1. Temperatura
2. Chimica
3. Tempo
4. Azione meccanica

Ecco i 4 fattori variabili della detergenza spiegati da Herbert Sinner nel 1959 con il suo celebre cerchio.

Questi quattro fattori sono presenti, in misura diversa, in ogni operazione di pulizia: personale, domestica o professionale.  Ad esempio:

Bucato in lavatrice (esempio perfettamente calzante dal momento che il dr. Sinner lavorava in Henkel): si fa uso del detersivo (azione del prodotto chimico), dell’acqua calda (temperatura), della rotazione del tamburo (azione meccanica) e del tempo in cui tutto il processo avviene (tempo d’azione).

Lavaggio delle mani: si usa il sapone (azione del prodotto chimico), acqua calda o tiepida (temperatura), si strofinano le mani una contro l‘altra (azione meccanica abrasiva) e si attende qualche istante prima di risciacquare (tempo necessario al prodotto chimico per agire).

Lavaggio professionale del pavimento con lavasciuga: il risultato è assicurato dalla forza meccanica delle spazzole (azione meccanica), dall’azione chimica del detergente, dal tempo (variabile in funzione della tipologia e velocità di lavoro) ed eventualmente dalla temperatura, mettendo nel serbatoio acqua calda.

Quando uno dei fattori è meno “incisivo”, gli altri tre vanno rinforzati.

Il cerchio di Sinner ci suggerisce che la riduzione di un fattore (ad esempio utilizzare meno detergente) può essere compensata dall’aumento degli altri tre: tempo, forza meccanica o temperatura. Nessuno di questi elementi da solo può ottenere il massimo risultato, ma l’ottimale combinazione di questi elementi, considerando la specifica situazione (superficie, grado di sporco, macchinari disponibili) porterà all’ottenimento del risultato desiderato.Quanto tempo gli agenti detergenti rimangono a contatto su una scrivania prima che intervenga la forza meccanica del braccio che strofina la superficie? Pochi secondi!

I detergenti hanno quindi un tempo molto limitato per agire, forse troppo poco per avere un qualsiasi effetto. Uno studio, condotto dall’associazione olandese di ricerca sul cleaning VSR (http://www.vsr-org.nl/) a proposito di pulizia manuale, ha dimostrato che l’aggiunta di detersivo ha effetti limitati sulla rimozione di macchie di caffè, latte e cioccolato, mentre l’utilizzo di panni in micro-fibra garantiscono un risultato migliore in quanto migliorano l’azione meccanica.

Ritornando al cerchio di Sinner, la microfibra, migliorando l’azione meccanica, riduce l’esigenza del detergente chimico, senza dover variare il tempo dedicato alla pulizia.

Quanto tempo il detergente rimane a contatto con il pavimento durante il passaggio di una lavasciuga? Pochi secondi! 

I detergenti hanno quindi un tempo molto limitato per agire, forse troppo poco per avere un qualsiasi effetto, a meno che non si effettui l’ammollo. Nella pulizia dei pavimenti con lavasciuga di ultima generazione, si può aumentare l’azione meccanica grazie alla frizione che i pad hanno sulla superficie da pulire, alla velocità di rotazione della testata (fortemente aumentata con la tecnologia orbitale), o la pressione che la macchina esercita sul pavimento. Oggi esistono lavasciuga che non prevedono l’utilizzo costante di detergenti, limitandone l’uso alle sole azioni di spot cleaning.

Ritornando al cerchio di Sinner, con lavasciuga di ultima generazione si limita o si elimina il detergente, ottimizzando l’attività meccanica e il tempo di pulizia dato dalla velocità della macchina.

Ancora troppo spesso però vengono applicate notevoli quantità di acqua e detergente per assicurarsi che l’effetto di pulizia sia evidente, malgrado la maggior parte delle volte si pulisca sul pulito. Pensiamo ad un supermercato o ad un ospedale: i pavimenti vengono lavati più volte al giorno e difficilmente si troverà uno sporco ostinato che necessita di un’azione aggressiva. Allora perché usare il detergente?

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