Lo scorso 17 gennaio è entrato in vigore l’obbligo di recepimento da parte degli Stati membri dell’Unione Europea della Direttiva (UE) 2017/2398 del 12/12/2017 sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro.

Sostanziale novità rispetto alla direttiva precedente (2004/37/CE) è l’inserimento della polvere di silice cristallina respirabile tra le sostanze cancerogene e, tra i lavori a rischio, quelli che ne comportano “l’esposizione generata da un processo di lavorazione”.

La direttiva prevede pertanto che vi sia un valore limite per la polvere di silice respirabile, che venga inserita la sorveglianza sanitaria per i lavoratori a rischio per via dell’esposizione alla silice e che i datori di lavoro adottino tutte le misure necessarie a contenere o ad evitare totalmente l’esposizione alla silice dei propri lavoratori.La polvere di silice libera cristallina è una delle sostanze più diffuse nei processi produttivi. Quando è molto fine (può essere anche 100 volte più piccola della sabbia) è pericolosa in quanto può essere respirata, provocando seri problemi di salute.

La silicosi è stata per molto tempo la malattia professionale più diffusa nel nostro paese tanto che, già nel 1943, venne istituita la copertura assicurativa obbligatoria.

Cos’è la polvere di siliceSilica Dust Infographic

La silice (silicio + ossigeno) è una delle sostanze minerali più comuni presenti in natura (SiO2); a seconda di come si dispongono gli atomi può prendere la forma di silice libera cristallina (il quarzo è la forma più comune) e silice libera amorfa. Essendo un costituente minerale di molte materie prime, la silice è presente nei cicli di produzione di svariati comparti, dall’industria estrattiva alla produzione di ceramiche, dalla produzione del vetro all’edilizia, fino all’industria farmaceutica e tessile.

La pulizia è una delle buone prassi per limitare l’esposizione alla polvere di silice cristallina: dovrebbe essere eseguita periodicamente su tutte le superfici del luogo di lavoro e immediatamente, in caso di fuoriuscita accidentale.

Ci sono tre metodi di pulizia efficaci che, in funzione del contesto, possono essere utilizzati singolarmente o abbinati.

Wet sweeping

Spazzamento del pavimento ad umido: utilizzare una spazzatrice che bagni il pavimento subito prima della raccolta, in modo da appesantire la polvere e raccoglierla più facilmente  

Lavaggio del pavimento: utilizzare una lavasciuga pavimenti, eventualmente con spazzole cilindriche, per bagnare abbondantemente la superficie e recuperare con il sistema di aspirazione l’acqua contaminata.

Aspirazione industriale: possono essere utilizzati aspiratori portatili, provvisti di filtri ad alta efficienza (filtro HEPA) o impianti fissi, con più prese di aspirazione collegate ad un raccoglitore della polvere centralizzato.

 

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