Brutta notizia: gran parte delle emissioni mondiali (circa il 40%) è generato dagli edifici.
Bella notizia: con una progettazione attenta che tenga conto non solo dei materiali di costruzione, ma anche di come l’edificio verrà utilizzato negli anni in termini di emissioni nocive e di generazione di benessere, potremo ridurre l’impatto ambientale.
Bellissima notizia: gli immobili che rispondono ai canoni di un protocollo di certificazione di sostenibilità si affittano più velocemente e hanno un valore fino all’11% superiore sul mercato. (Fonte: Leed: la certificazione aumenta il valore dell’immobile fino all’11%)
In Italia gli immobili con certificazione Leed sono per la maggior parte destinati a terziario e retail: alcuni esempi sono lo Starbucks di piazza Cordusio e le torri Citylife a Milano, il grattacielo San Paolo e la Nuvola Lavazza a Torino, la sede Dhl a Peschiera Borromeo e il centro agroalimentare Fico di Bologna.
Cos’è la certificazione LEED
Nato negli Stati Uniti nel 1993, il protocollo LEED è diventato lo standard mondiale per valutare l’impatto energetico e il grado di sostenibilità degli edifici. Oltre all’aspetto puramente edilizio, vengono prese in considerazione anche la posizione, l’accesso alle reti, la gestione delle risorse e il comfort degli utenti. Le prescrizioni per ottenere la certificazione variano a seconda della tipologia di costruzione ed esistono diversi livelli di certificazione, dal bronze al platinum.
Lo sapevi che anche il processo di pulizia, se progettato ed effettuato con criteri di sostenibilità, può contribuire ad ottenere la certificazione Leed?
Almeno il 30% dei prodotti e i materiali per la pulizia devono essere sostenibili e almeno il 40% di tutte le attrezzature devono minimizzare l’impatto ambientale, in termini di consumo energetico, di riduzione del consumo di acqua e di efficacia contro la proliferazione di agenti contaminanti.Le macchine per la pulizia devono avere protezioni, come rulli o paraurti in gomma per evitare danni alle superfici. Devono avere un design ergonomico, generare poche vibrazioni ed essere silenziose (max 70 dBA) per minimizzare la fatica degli operatori. La gestione delle batterie deve essere facile e sicura. Le lavasciuga pavimenti devono avere sistemi di ottimizzazione nell’uso dei detergenti, come la funzione riciclo, o utilizzare solo acqua.
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